L'angolo dei tradittore

Si, ho scritto bene, “tradittore”.

È un neologismo, fusione di “traduttore” e “traditore”. Perché tradurre è tradire, c'è poco da fare. La lingua è l'espressione più complessa e intima della mentalità e della storia culturale e sociale di una persona, e difficilmente un testo può essere “convertito” senza danni. Tradurre un testo è sicuramente molto complesso, e non posso certo ergermi ad esperto del settore, non ne avrei i titoli.

Dicevo che non posso certo fregiarmi del titolo di traduttore. Ma da avido lettore sono sempre estremamente interessato a confrontare i testi originali (se li posso comprendere, e nella misura in cui li comprendo), con la traduzione italiana. E talvolta mi trovo in disaccordo con alcune traduzioni, perché mi rendo conto che il testo italiano ha evocato in me sensazioni, immagini o collegamenti che il testo originale non mi suscitava, e viceversa.

Vorrei quindi riportare un esempio, non tanto per dare una traduzione “corretta” del testo (anche se sono dell'idea che la traduzione in oggetto non faccia troppi sforzi per essere fedele all'originale), ma per sottolineare la diversità di resa di una descrizione che cambia, in fondo, dei piccoli particolari.

Nel caso che riporto, tratto dal libro “Player One” di Ernest Cline (ISBN Edizioni) il protagonista sta descrivendo un ambiente virtuale (cioè ricreato a computer) che riproduce una stanza degli anni ‘80.

Il testo originario è

“He’d programmed it to look like a large suburban rec room, circa the late 1980s. Old movie and comic book posters covered the wood-paneled walls. A vintage RCA television stood in the center of the room, hooked up to a Betamax VCR, a LaserDisc player, and several vintage videogame consoles. Bookshelves lined the far wall, filled with role-playing game supplements and back issues of Dragon magazine.”

Come si nota non sto proponendo un testo di Shakespeare e una media conoscenza dell'inglese è sufficiente a capire il frammento. Giusto alcune note per i non addetti ai lavori:

  • VCR sta per videoregistratore
  • LaserDisc è una tecnologia non più in uso, i dischi erano delle specie di CD grandi come un 33 giri che contenevano video e audio di alta qualità. L'antenato del DVD e del Blu-ray (ma analogico).

Vediamo la traduzione ufficiale del frammento, ad opera di Laura Spini

“L’aveva programmata perché somigliasse a una tavernetta borghese dei tardi anni ottanta. Ovunque, sulle pareti in legno, erano appesi vecchi poster di film e fumetti. Al centro della stanza, un vecchio televisore RCA al quale erano collegati un videoregistratore Betamax, un registratore laserdisc e diverse console d’annata. Sugli scaffali della parete di fondo erano impilati giornaletti di giochi di ruolo e numeri arretrati di Dragon.”

Mi permetto di fare alcune osservazioni

  1. Innanzitutto una large rec room non è una tavernetta borghese. “Taverna” è una traduzione corretta per “Rec room”, che sta per “Recreation room”, ovvero una stanza dove una persona tiene televisore, libri, giochi, hobby. Il vezzeggiativo, in italiano, ha la funzione di trasmettere un valore affettivo, ma contemporaneamente trasmette una sensazione di piccolezza. Se dico “il mio giardinetto”, intendo che dietro casa ho... 30 metri quadri? 60? Se dietro casa ho un campo da golf 18 buche completo di club con piscina e SPA, e lo chiamo “giardinetto”, trasmetto contemporaneamente il mio status di milionario, ovvero uso il vezzeggiativo per accrescere qualcosa d'altro (gli amici letterati non me ne vogliano per il linguaggio pecoreccio con cui sto trattando le forme linguistiche). Quindi tavernetta è una taverna di dimensioni normali o piccole a cui mi riferisco in modo affettuoso. Ma l'originale large rec room non solo dice esplicitamente large (che secondo le mie rudimentali conoscenze della lingua inglese significa “ampia”), ma non ha alcun accenno di affettuosità.
  2. Borghese. Allora, visto che citare opere protette da copyright è sempre pericoloso, mi rifarò alla fonte del sapere per eccellenza, ovvero Wikipedia: “Nel parlare comune, i termini borghesia e proletariato si riferiscono più in generale ai concetti di ricco e povero.” (da Wikipedia, l'enciclopedia libera). Ovviamente potremmo stare a discutere mesi sul significato storico della parola “borghese”, ma andando al sodo direi che concordo con quanto riportato. Nel parlare comune "borghese” identifica una condizione di benessere economico, ma ha dentro una nota nettamente distintiva di una classe sociale. Suburban letteralmente significa "periferico” (“suburbs” sono i sobborghi), ed è una denominazione principalmente urbanistica. È vero che in molte parti del mondo i sobborghi sono luoghi in cui si raccoglie la popolazione più ricca, ma questo non è vero neppure per tutte le città occidentali. Leggendo suburban io penso ad una villetta, ovvero ad una casa in cui c'è spazio, in cui una famiglia tipicamente americana vive per conto proprio. Leggendo borghese penso immediatamente ad uno status sociale, ad un certo livello di ricchezza e di educazione. Una cosa può implicare l'altra, ma tra “periferico” e “borghese” c'è una differenza di significato abissale.
  3. Ovunque, sulle pareti in legno, erano appesi vecchi poster di film e fumetti. Personalmente avrei tradotto wood-paneled per quello che è, ovvero “pareti rivestite in legno”, e non pareti di legno. Non voglio immischiarmi in questioni architettoniche troppo profonde, ma tra le due cose c'è differenza, soprattutto nella resa dell'ambiente: non siamo in una baita, ma in una casa il cui proprietario ha voluto rivestire di legno le pareti della taverna, per dare un tono diverso all'ambiente. Sono un po’ perplesso inoltre da ovunque, che dà un'idea di disordine non presente nell'originale: “Vecchi poster di film e fumetti ricoprivano le pareti rivestite in legno” mi pare una traduzione più semplice e fedele.
  4. Un LaserDisc player non è un registratore laserdisc, ma un “riproduttore”, che in italiano viene indicato meno formalmente come “lettore”. Un “CD player” è un “lettore di CD”, quindi un “LaserDisc player” è un “lettore di LaserDisc”. Con le maiuscole al loro posto. Inoltre i role-playing game supplements sono dei “supplementi di giochi di ruolo”, ovvero integrazioni ai manuali base, e non “giornaletti”, che peraltro suona un po’ dispregiativo.
  5. I Bookshelves sono lined e filled. “To line something” significa letteralmente “essere allineato contro qualcosa” (amo i verbi inglesi transitivi che in italiano diventano intransitivi). Quindi non semplicemente “gli scaffali della parete di fondo”, ma degli scaffali allineati, ordinati. E gli scaffali allineati sono “filled”, pieni, e gli scaffali allineati si riempiono di libri che, verosimilmente sono altrettanto ordinati, almeno sono in piedi, non sono “impilati”. Impilare dei libri significa adagiarli su un lato, uno sopra l'altro, fino a fare una pila, e normalmente indica un certo disordine.

Mettendo tutto assieme vorrei confrontare la resa delle due traduzioni. Come già detto tradurre è tradire, quindi il confronto vuole essere più sul piano della “resa” e non della correttezza linguistica.

“L’aveva programmata perché somigliasse a una tavernetta borghese dei tardi anni ottanta. Ovunque, sulle pareti in legno, erano appesi vecchi poster di film e fumetti. Al centro della stanza, un vecchio televisore RCA al quale erano collegati un videoregistratore Betamax, un registratore laserdisc e diverse console d’annata. Sugli scaffali della parete di fondo erano impilati giornaletti di giochi di ruolo e numeri arretrati di Dragon.”

“L’aveva programmata perché somigliasse ad un'ampia taverna di una casa di periferia dei tardi anni ottanta. Vecchi poster di film e fumetti coprivano le pareti rivestite in legno. Al centro della stanza si trovava un vecchio televisore RCA al quale erano collegati un videoregistratore Betamax, un lettore di LaserDisc e diverse console d’annata. Degli scaffali erano allineati lungo la parete di fondo, pieni di supplementi di giochi di ruolo e numeri arretrati della rivista Dragon.”

See you soon!